Certo, anche ieri ci sono stati morti ingiuste e distruzione, in varie parti del mondo è accaduto qualcosa di disumano; ma queste cose stancano: “abbiamo bisogno di normalità” sostengono i teorici della comunicazione, e così nemmeno sappiamo più cosa sta realmente accadendo.
Lo chiamano “tritacarne mediatico”: tutto dura finché fa notizia poi viene tutto omesso per affermare nuove notizie; come se qualcuno potesse dare come acquisiti per tutti i drammi, e anche le bellezze, della vita.
Che cosa possiamo opporre noi a questo sistema?
Mi veniva in mente il messaggio di un’amica che mi diceva di essere stata, anche se per poco, al monastero cistercense di Hauterive, e lì ha potuto godere della bellezza di quella comunità umana e dell’ordine e della cura verso il luogo che questi uomini di Dio hanno.
Se il punto della vita è vivere “per Cristo, con Cristo e in Cristo”, allora è facile che accada di vivere senza perdere e scordare nulla; nulla più smette di essere avvenimento perché dentro tutto ci vedi un Volto.
dalla liturgia ambrosiana:
festa di santa Brigida
Brigida, nasce nel 1303 in Svezia da una famiglia nobile e profondamente cristiana. All’età di quattordici anni fu data in sposa a un nobile svedese di nome Ulf, dal quale ebbe otto figli, che educò con cura e responsabilità. Fondò con il marito un ospedale, dove andava a servire i malati con le proprie mani, fedele al suo spirito di terziaria francescana.
Il pellegrinaggio al Santuario di S. Giacomo di Compostella, compiuto in occasione del XXV di matrimonio, segnò un più profondo impegno nel cammino ascetico. Poco tempo dopo, rimasta vedova, rinunciò al mondo per dedicarsi interamente a servire il Signore, con una vita penitente. Si moltiplicarono, allora, i fenomeni mistici, visioni e rivelazioni, che la renderanno celebre con il titolo di “mistica del Nord”.
Dotata di grande energia e di senso pratico, entrò nel vivo dei problemi politici, adoperandosi per la riforma della Chiesa. Istituì un nuovo Ordine religioso, misto, ma prevalentemente femminile, che riservava un culto particolare alla passione del Signore e ai dolori di Maria Santissima. In occasione dell’anno santo venne a Roma per ricevere anche l’approvazione del suo Ordine religioso e per sollecitare il ritorno del papa da Avignone a Roma. Morì a Roma il 23 luglio 1373, assistita dalla figlia santa Caterina di Svezia. Nel 1999 papa Giovanni Paolo II l’ha proclamata compatrona d’Europa.
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».
Vangelo secondo Matteo 5,13-16.
Il vangelo di oggi ci richiama ad essere sale, ad essere luce; ma come è possibile essere sale e come luce? La santa di oggi ci indica una strada concreta: la vita interiore, la Comunione con Cristo come scopo della vita e la carità come imitazione di Lui, allora si diviene sale e luce, là dove si è messi e capaci per questo di costruire un pezzo di mondo nuovo.
Credo sia questo il solo modo per accogliere come sensata la posizione di Gesù che dice ai discepoli che sono già sale e luce, non che devono diventarlo, e questo in forza del loro seguire, del loro stare con Lui.
“perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli”: attenzione: siamo chiamati ad essere testimoni non della nostra santità ma è la nostra santità vissuta davanti a tutti che porta a Gesù, siamo testimoni dell’origine della nostra santità.
Il mondo deve vedere la nostra vita per capire che è un Altro che la genera e la rende possibile.

Scuola di Comunità
IL SENSO RELIGIOSO
Capitolo 14
L’energia della ragione
tende a entrare nell’ignoto
Conclusione
Il mondo è un segno. La realtà richiama un’Altra. …
Ma se, per natura, l’uomo intuisce l’Oltre, per una condizione esistenziale, non ci sta, cade. L’intuizione è come un impeto che cade.
Purtroppo spesso l’intuizione è la sola cosa che abbiamo: ci sembra di comprendere qualcosa e ci fermiamo compiaciuti a rimirare quello che ci ha conquistato, senza renderci conto che quello che capiamo è solo la spinta per l’Oltre.
Tutto, ma proprio tutto, c’è perché noi abbiamo a riconsocere la voce di quell’Oltre che ci chiama per dare gusto e colore alla vita; l’intuizione basta solo a riempire l’attimo, ma non muove se non il sentimento.
Buon mercoledì,
donC
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