Mercoledì 8 ottobre 2025

All’ingresso, ad accogliere il feretro, fuori dalla chiesa, una violinista suonava l’aria dell’ “internazionale socialista”, suonava per un uomo che aveva ricoperto importanti incarichi in quel partito.
Dentro, in chiesa, tutti parevano vecchi amici ritrovatisi per una rimpatriata, fino al suono della campanella per l’ingresso del sacerdote il chiasso la faceva abbondantemente da padrone. Ma tutto questo ci stava: erano le premesse perché si formasse una comunità vera e non un luogo di estranei.

Infatti è bastato segnalare l’inizio della celebrazione perchè tutti prendessero posto e calasse un silenzio vero: si celebrava.
Tutto questo mi ha colpito perché innanzitutto, mi dicevo, si può dire sì a Gesù anche se non siamo sempre d’accordo su tutto, anche se certe cose magari preferiamo farle di testa nostra: l’amicizia con Cristo non è data dalla coerenza.
Secondo, pensando alle idee politiche di quell’uomo: se la politica è la ricerca e il compimento del bene comune, da dove ci viene la passione al bene se non da qualcuno che quel desiderio ce lo ha instillato nel cuore?

In fondo era la prima volta che sentivo suonare quell’inno, lo avevo conosciuto e ascoltato solo nei film di don Camillo, ma quella musica mi pareva più familiare per il cuore che ho: un anelito alla pienezza che mi rimanda alla pienezza che ho incontrato.


dalla liturgia ambrosiana:

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti».

Vangelo secondo Luca 21, 20-24.

Continua, il testo di Luca, a riportare parole che sono, dicono gli esperti, di sapore “escatologico”, raccontano cioè delle cose che saranno ultime, fatti che in qualche modo dicono un giudizio.
E questo può forse bastare agli studiosi, che vogliono comprendere la portata profetica delle parole di Cristo; e per fortuna che lo fanno, perché poi ci aiutano a capire meglio. Ma per noi, che ora dobbiamo affrontare la giornata, queste parole, quasi minacciose, che cosa dicono? Come ci muovono?

Innanzitutto Gesù racconta che sta accadendo un compimento: quello che è stato annunciato accade e accade in modo clamoroso, cosicché nessuno possa negare una così evidente storia. E questo, di conseguenza, vale anche per noi: ci ha promesso che per noi la sequela è foriera del centuplo, e questo dobbiamo cercare di riconoscere dentro la complessità delle nostre giornate. E può anche essere che ci paia di non ricevere nulla, ma, se ci fermiamo, possiamo vedere la fedeltà di Dio sempre all’opera; testimoniata anche solo dal desiderio indomito che ci anima sempre.


Prima della domanda iniziale credo vada affrontata questa domanda molto personale. Spesso vedo in me il pericolo di partire nella giornata di inizio anno, come in tante altre occasioni comuni, aspettandomi che sia l’evento a muovermi, a portarmi alla passione per il cammino. Invece qui è proposto un altro passo: la coscienza di me come domanda per poter entrare dentro l’avvenimento pronto a cogliere quello che risponde al mio personale cammino e bisogno.
Quindi: il tempo trascorso che segni ha lasciato? Cosa cerchi nel ricominciare?


Commenti

2 risposte a “Mercoledì 8 ottobre 2025”

  1. Il Bene ama il bene, prende per mano anche i suoi figli piu’ piccoli.

    Mi è venuta questa immagine leggendo le tue parole.

    Quel Silenzio…

  2. Il mio personale cammino molto lungo…..costellato da tante sofferenze e tante tante gioie mi obbliga e ne sento il BISOGNO di ringraziare il SIGNORE per quello che mi ha dato e quello che mi darà con fiduciosa speranza.

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